Prossima fermata: Nardò
Di Luigi Mazzoccoli
La squadra
L’Associazione Calcio Nardò nasce nel 1925. Conquista per la prima volta la promozione in serie C nella stagione 1964-65. Dopo quattro anni di permanenza nella terza serie torna in serie D e oscillerà tra questa categoria e i campionati regionali pugliesi fino al 1998 quando vince il campionato Interregionale e conquista la serie C2: altre due stagioni e poi la retrocessione in Interregionale. Nel 2015 il ritorno in serie D, dopo la radiazione nella stagione precedente e la ricostituzione come Associazione Calcio Dilettantistica Nardò, che rileva il titolo sportivo del Copertino in Eccellenza pugliese. La squadra quest’anno è guidata da quel Fabio De Sanzo, che tanto bene ha fatto nel finale di stagione scorsa quando fu chiamato per sostiuire Luigi Panarelli sulla panchina biancoazzurra. Altro ex il difensore Fabio Delvino, 26 presenze e 1 gol l’anno scorso a Matera. I neretini sono partiti molto bene con una brillante vittoria per 3-2 domenica scorsa ad Angri, con doppietta di Maletic e gol di Vrdoljak. Lo stadio è il Giovanni Paolo II che ha una capienza di 5.000 posti.
I precedenti
Materacalciostory ci ricorda che sono 11 i precedenti tra le due squadre sul campo dei pugliesi: il primo nel campionato di Prima Divisione Puglia 1949-50 conclusosi con un clamoroso 7-0 per il Nardò, l’ultimo nella stagione scorsa, quando finì 1-0 per i granata. In totale sono 6 le vittorie neretine, 3 i pareggi e 2 le vittorie dei biancoazzurri, l’ultima nel campionato di serie D 2012-2013 per 2-0 con doppietta di Massimiliano Caputo; 11 le reti segnate dal Matera contro le 21 subite.
La storia della città
Nardò è una cittadina di circa 31.000 abitanti in provincia di Lecce. Nasce nel VII secolo a.C. come insediamento messapico. Nel 269 a.C., insieme al suo porto di “Emporium Nauna” (l’attuale Santa Maria al Bagno), fu conquistata dai Romani e divenne municipium col nome di Neritum o Neretum. Alla caduta dell’Impero romano d’Occidente fu assorbita dall’Impero bizantino e, per un breve periodo dal 662 al 690, fece parte del Regno longobardo. Tra il 901 e il 924 Nardò fu attaccata e saccheggiata dai Saraceni provenienti dalla Sicilia. Nel 1055 i Normanni conquistarono la città ed ai monaci benedettini fu concesso di insediarsi nell’Abbazia di Santa Maria di Nerito. Nella seconda metà del XIII secolo seguì la dominazione angioina e divenne feudo dei Del Balzo Dal 1497 fino al 1806, come ducato, fu invece feudo degli Acquaviva.
Cosa vedere a Nardò
Il centro storico consente una lettura privilegiata delle complesse vicende storiche della città e della sua comunità. È un vero e proprio tripudio di barocco con la raffinata piazza Salandra e le numerose chiese: la Cattedrale innanzitutto, dedicata alla Beata Vergine Maria Santissima Assunta e fatta costruire dal conte normanno Goffredo nel 1080 per poi subire diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli; custodisce numerosi affreschi e il crocifisso ligneo del XIII secolo, detto il Cristo Nero per la particolare colorazione scura del legno di cedro; e poi la chiesa di San Domenico, realizzata per l’ordine domenicano nel 1500, con una facciata in carparo dove spiccano santi, cariatidi e creature; e ancora le chiese di Santa Teresa, di Sant’Antonio, dell’Immacolata, di San Giuseppe e altre.
Piazza Salandra è stata ed è ancora il cuore pulsante della città. L’antica piazza delle Legne, riconoscibilissima grazie alla caratteristico guglia dell’Immacolata al centro, ospita il Sedile, la chiesa di San Trifone, il vecchio palazzo dell’Università (poi pretura) con il caratteristico colonnato e la fontana del Toro. Un’antica direttrice porta direttamente dalla piazza al Castello Acquaviva d’Aragona: le prime notizie sulla sua edificazione risalgono alla seconda metà del XV secolo, con il passaggio dalla dominazione angioina a quella aragonese, che in città coincise con l’affermazione della famiglia Acquaviva; oggi è sede degli uffici comunali di rappresentanza e di alcuni contenitori culturali quali il Museo della Città e del Territorio, il Museo della Speleologia e del Sottosuolo, il Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari e la mostra permanente dedicata a Vittorio Bodini. Pertinenza del castello è il bellissimo giardino botanico, uno dei giardini storici più belli e rappresentativi del Salento.