Prossima fermata: Vallo della Lucania
Di Luigi Mazzoccoli
La squadra
L’Associazione Sportiva Gelbison Cilento Vallo della Lucania ha sede nel comune di Vallo della Lucania e prende il nome dall’omonimo monte prospiciente il paese. Nasce nel 1926 ma nei suoi primi 80 anni di attività disputa solo campionati regionali. Nel 2007 la sua prima promozione in serie D da cui però retrocede solo due anni dopo. Torna nella quarta serie nel 2011 e addirittura nel 2022 ottiene una storica promozione in serie C. L’esperienza nei professionisti dura però solo anno: i cilentani infatti arrivano 18° e retrocedono dopo aver perso i play-out col Messina. La squadra di Alessandro Erra – subentrato a novembre all’esonerato Alessandro Monticciolo – era partita con ambizioni importanti ma si ritrova al momento al 10° posto in classifica con 32 punti, frutto di 8 vittorie, 8 pareggi e 9 sconfitte, con 27 gol segnati e 22 subiti. Miglior marcatore è Antonio Croce, che con 11 reti segnati è anche capocannoniere del girone insieme a Loiodice e Palermo. Il campo di gioco è il “Giovanni Morra” che però in questa stagione è indisponibile perchè stanno per iniziare i lavori di ristrutturazione. Quindi la Gelbison quest’anno alterna le proprie gare casalinghe, secondo la disponibilità, tra il “Carrano” di Santa Maria di Castellabate e il “Mario Vecchio” di Capaccio Paestum, dove si disputerà la partita di domenica prossima. Nelle 13 partite giocate in casa finora, ha ottenute 6 vittorie 3 pareggi e 4 sconfitte, l’ultima il 20 dicembre scorso con l’Andria per 1-0, con 15 gol segnati e 9 subiti. Ex di turno è Saverio Dellino, cresciuto nell’FC Matera dal settore giovanile fino a alla prima squadra in cui ha disputato la sciagurata stagione 2018-19 in cui riuscì a segnare anche un gol. Tra i biancoazzurri c’è invece Mattia Tumminelli, che aveva disputato la prima parte di stagione nella Gelbison prima di trasferirsi nella Città dei Sassi a gennaio. All’andata il Matera vinse per 1-0 con rete di Delvino.
I precedenti
Come si evince dal sito Materacalciostory, sono solo due i precedenti tra le due squadre in terra campana: il primo risale alla stagione di serie D 2008-2009 quando la Gelbison vinse 3-2, con reti di Marsico e Lonardo per il Matera; l’altro, sempre in serie D, nel vittorioso campionato 2013-2014 quando le due squadre pareggiarono 1-1 con rete su rigore di Picci per i biancoazzurri. Quindi una vittoria per i cilentani e un pareggio, con 4 reti per i cilentani e 3 per i biancoazzurri.

La storia
Vallo della Lucania è un paese di circa 8.000 abitanti in provincia di Salerno ed è sede del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. L’antico nome era, secondo lo storico Giuseppe Maiese, Castrum Cornutum, dal luogo d’origine dei suoi fondatori che, provenienti da Cornutum, città della Dalmazia, vi giunsero non più tardi del secolo IX. In realtà Vallo era costituita da due casali – Spio e Cornuti (o Vallo) – divisi da un fiume. Lo sviluppo del borgo si ebbe alla fine del secolo XV quando esso passò sotto il dominio della Santa Casa dell’Annunziata di Napoli. Nel secolo XVIII il paese mutò il nome originario in Vallo di Novi e in seguito Vallo. In quest’epoca raggiunse la sua massima prosperità grazie alla lavorazione della seta e del cuoio. Con queste attività e con l’istituzione del mercato, Vallo divenne un centro ricchissimo. Nel 1808, per volere di Gioacchino Murat, i Casali di Massa, Angellara e Pattano furono annessi al Comune di Vallo, nato dall’unificazione dei due storici casali, come rappresentato nello stemma del Comune, che raffigura nella parte superiore un cuore squarciato da due mani (Corinoti) e in quella inferiore una torre con sentinella (Spio).Dal 1811 al 1860 divenne capoluogo dell’omonimo distretto del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia è stato capoluogo dell’omonimo circondario. Dopo l’Unità d’Italia, si registrò una lieve crisi economica, dovuta alla forte crescita demografica, al non sempre fiorente andamento del settore commerciale e dell’artigianato, alla difficoltà dei piccoli coltivatori di sostenere la pressione del latifondo. Tutto ciò favorì l’esodo dei cittadini vallesi verso il continente americano.
Cosa vedere a Vallo della Lucania e dintorni
Il centro storico di Vallo della Lucaniasi snoda attraverso stradine di sanpietrini passando per la Cattedrale di San Pantaleone, lo Spio e la Fontana dei Quattro Leoni nella Piazza dei Martiri. La Fontana dei quattro Leoni si trova in Piazza dei Martiri ed è uno dei luoghi più rappresentativi di Vallo della Lucania. Posizionata all’interno dei giardini, la fontana delle quattro sfingi leonine sorse dopo il 1849. Il suo intento è quello di commemorare i martiri della rivolta del 1828. La Cattedrale di Vallo, dedicata a San Pantaleone di Nicomedia (patrono del paese) è nel cuore del centro storico. Costruita tra il 1700 e il 1736, questo luogo di culto fu innalzato a cattedrale nel 1851. La chiesa ha una navata centrale con transetto e due cappelle laterali a sinistra e a destra. Inoltre, in direzione del transetto, si erge una cupola che all’esterno è rivestita di maioliche a piastrelle ed è ben visibile da vari punti della città ed anche da alcuni paesi limitrofi. Ma il cuore di Vallo è senza dubbio la centrale Piazza Vittorio Emanuele. Oggetto di restauro nel 2015, è luogo d’incontro, di socializzazione oltre ad essere lo scenario in cui si svolgono feste e/o concerti. Ospita il Monumento ai Caduti, il caratteristico porticato, la fontana con il suo zampillo e un percorso arricchito da alberi.
Il santuario della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia, noto nel Cilento più semplicemente come santuario del Monte Sacro o Madonna del Monte, si trova sulla cima del Monte Gelbison, a 1705 s.l.m.. Il sito religioso è meta di pellegrinaggi fin dal XIV secolo ed è anche uno straordinario punto panoramico sul Cilento, sul Vallo di Diano e sul golfo di Salerno. Si ritiene che la fondazione del santuario cristiano, sul preesistente sito pagano, risalga al X o XI secolo ad opera di monaci italo-greci che all’epoca dei Longobardi si insediarono nel Cilento. Il primo documento che attesta l’esistenza del santuario risale al 1131, parla di una rupis Sanctae Maria nel feudo di Rofrano (l’altro versante del monte rispetto a Novi Velia) e si trova in un Diploma dato da Ruggero II il Normanno all’abate Leonzio di S. Maria Grottaferrata. In seguito sarebbe stato ampliato e divenne santuario. L’edificio è a tre navate divise da colonne in pietra e la volta a botte reca decorazioni ad affresco.
Il parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni fu istituito nel 1991. L’area naturale protetta di circa 36 000 ettari, interamente compresa nella provincia di Salerno, Dal 1998 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula), dal 1997 è riserva della biosfera e dal 2010 è il primo parco nazionale italiano a diventare geoparco.