Prossima fermata: Manfredonia
Di Luigi Mazzoccoli
La squadra
Il Manfredonia Calcio 1932 S.S.D viene fondato nel 1932 col nome di Associazione Sportiva Manfredonia. Nel 1933/34 partecipa al suo primo campionato e grazie al secondo posto nella Seconda Divisione Pugliese, festeggia la sua prima promozione. Nel 1935/36 ottiene la promozione per la prima volta nella sua storia nel Campionato di serie C, categoria che mantiene fino al 1940 quando a causa della retrocessione ottenuta sul campo e per problemi finanziari, la squadra sipontina, riparte dalla Seconda Divisione Pugliese con la denominazione Polisportiva Manfredonia. Per i successivi anni milita nei campionati regionali pugliesi ma nel 1967 conquista la prima storica promozione in serie D. Vi milita per 5 stagioni, retrocede in Promozione nel 1972 e dieci anni dopo riconquista la quarta serie. Nel 2005 conquista per la prima volta la C1 e nella stagione 2006-2007 raggiunge il 9° posto, tuttora miglior risultato nella storia della società. Ma nel 2010 la società fallisce, per poi venire rifondata l’anno successivo. Tra il 2018 e il 2020 ottiene due promozioni consecutive e risale dalla Prima Categoria all’Eccellenza e nel 2023 torna in serie D. Ha concluso il campionato scorso all’11° posto con 41 punti. La squadra allenata da Franco Cinque ha ottenuto 3 punti nelle 2 partite disputate finora (quella di domenica scorsa ad Angri è stata sospesa per infortunio all’arbitro, ndr), grazie alla vittoria casalinga per 1-0 col Fasano con gol del giovane attaccante Alessio Porzio, seguita alla sconfitta della prima giornata per 3-0 sul campo di Francavilla Fontana. Due gli ex tra le fila dei garganici: Michele Scaringella, a Matera nella stagione 2018-19 e Antonio Sepe, per due stagioni in biancoazzurro, la prima nel 2018-19, l’altra l’anno scorso. Lo stadio è il Miramare che ha una capienza di circa 4.000 posti.
I precedenti
Come riportato dal sito Materacalciostory, sono 6 i precedenti sul campo dei pugliesi, il primo nel campionato di Prima Divisione Pugliese 1935-36, l’ultimo nella stagione scorsa: 2 le vittorie del Manfredonia, 1 pareggio e 3 vittorie del Matera, con 8 reti segnate per parte. L’anno scorso il Matera vinse per 3-1 con reti di Ferrara, Russo e Di Palma.
La storia della città
Manfredonia è una città con oltre 53.000 abitanti in provincia di Foggia, situata nel Parco Nazionale del Gargano. Deve il suo nome a re Manfredi di Sicilia, figlio dell’imperatore Federico II, che la fondò nel XIII secolo, ma discende direttamente dall’antica città daunia di Siponto, i cui resti sono a ridosso dell’attuale centro abitato. Nel 1258 Re Manfredi decise di rifondare la città, dotandola di mura, di un castello, di una chiesa e di un porto. Sin dalla sua costituzione fu dotata di una zecca che coniò e impresse diverse monete. Nel 1274 fu terminato il duomo. Successivamente la città perse parte dei suoi privilegi e nel 1300, con il trasferimento a San Severo della sede del Gran Giustiziere, perse anche il titolo di capitale della Puglia (Apuliae caput). Nonostante questo, la città s’avviava a diventare il centro commerciale più importante della Capitanata, essendo in una posizione molto utile ai traffici commerciali via mare. L’importanza strategica del porto sipontino è attestata dai numerosi viaggi dei reali angioini. Nel 1400, sotto gli Aragonesi, la città visse un lento ma inesorabile declino. Nel 1528 resistette all’assedio francese e fu conservata all’imperatore Carlo V che, per alleviarla e ricompensarla della fedeltà, le riconfermò nel 1533 gli antichi privilegi ed esenzioni. E così Manfredonia tornò a vivere un periodo di progresso e benessere. Nel 1620, però, fu saccheggiata dagli Ottomani che la devastarono brutalmente: l’arcivescovo sipontino Annibale, sceso dai monti del Gargano dove si era rifugiato, osservò che i turchi non avevano lasciato altro che rovine, desolazione, lutti e miserie. Questi, aiutato dal cardinale, viceré Borgia, ottenne franchigie per trent’anni per i dispersi manfredoniani. Nel 1624 fu riedificato il Duomo e nel 1644 il nuovo Seminario. Ma il terremoto del Gargano del 1646 causò nuovi danni alla cattedrale , all’ospedale, nonché a vari palazzi e conventi. Grande aiuto alla ricostruzione fu dato dall’arcivescovo cardinale Orsini (poi papa Benedetto XIII), che resse la diocesi sipontina dal 1675 al 1680.
Cosa vedere a Manfredonia
La cattedrale di san Lorenzo Maiorano, patrono della città, che fu vescovo di Siponto tra la fine del V secolo e la metà del VI, venne costruita tra il 1270 e il 1274. Nella sua prima versione è in stile gotico, a tre navate. Sono visibili ancora le fondamenta dell’antica struttura. Nel 1620 fu distrutta dagli ottomani. L’edificio attuale risale all’episcopato di Antonio Marullo (1643-1648). Vi si conservano le reliquie del patrono della città e alcune opere d’arte traslate nel XX secolo dalle altre chiese del territorio, tra le quali l’antica icona della Madonna di Siponto, la statua in legno policromo di fattura bizantina detta Madonna dagli occhi sbarrati, detta anche La Sipontina, e un possente crocifisso ligneo duecentesco.
Molto interessante anche il castello di Manfredonia, frutto di diverse trasformazioni, ampliamenti e rifacimenti avvenuti durante le diverse epoche: alcuni particolari costruttivi lasciano ipotizzare stili e strutture sveve autonome e preesistenti, è quindi possibile che Carlo I d’Angiò riutilizzò alcune strutture in elevazione fatte costruire dal principe svevo Manfredi. In epoca aragonese subisce un radicale processo di trasformazione: viene infatti disposta la costruzione di una nuova cortina muraria inglobante la struttura primitiva e dotata di una leggera inclinazione a scarpata tale da renderla più rispondente alle esigenze dell’arte difensiva conseguenti all’uso dell’artiglieria militare. Agli angoli vengono costruiti quattro torrioni cilindrici più bassi di quelli interni. Nel 1620 il castello dovette capitolare all’assedio dei turchi. Nel corso del XVIII secolo la struttura venne usata come caserma ed il grande bastione come prigione. Nel 1901, viene acquistato dal comune di Manfredonia, che poi nel 1968 lo dona allo Stato italiano con l’impegno, da parte di quest’ultimo, di istituire al suo interno un museo per conservare i reperti provenienti dal territorio circostante: l’attuale museo archeologico che custodisce, tra le altre cose, stele daunie databili all’VIII-VI secolo a.C.
Da non perdere anche la basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto: sorta nei pressi di una preesistente chiesa paleocristiana (a sua volta rimaneggiamento di un tempio classico pagano), la chiesa è attestata dal 1117 assolvendo funzioni di cattedrale di Siponto sino al 1323. Si presenta come un edificio in stile romanico pugliese a pianta quadrata, edificato su una cripta della quale riproduce la struttura. Per motivi di sicurezza i principali arredi sacri fra cui l’icona della Madonna di Siponto e la statua della Madonna nera dagli occhi sbarrati sono oggi custoditi nella cattedrale cittadina. Nel 1977 è stata elevata a basilica minore.