Michele Uva: “Matera ha una grande opportunità da non sprecare”
di Tommaso Taccardi
Abbiamo chiesto una riflessione sugli stadi al materano Michele Uva, uno dei migliori manager sportivi italiani, attualmente direttore della sostenibilità in Uefa.
Lo stadio è uno degli elementi che caratterizzano una città e elemento essenziale ovviamente dopo ospedali, scuole e servici civici per la vita di una comunità. È nello stadio che si aggrega e si coltiva la passione di migliaia di persone. Dunque è un elemento costitutivo della società civile e motore sociale ed economico del nostro vivere insieme. Quando si pensa ad un nuovo stadio, penso che sia compito delle istituzioni, dei club, dei tifosi e dei cittadini lavorare insieme fianco a fianco per riuscire a studiare, programmarne e realizzare un nuovo impianto. Non potrà mai funzionare un progetto fatto da chi poi non dovrà gestirlo e utilizzarlo.
Uno stadio comodo, confortevole e sicuro attirerà sempre un maggior numero di tifosi, di famiglie, di sponsor e di investitori. Per poter migliorare la fruibilità dovrà avere una capienza adatta al luogo dove sorge, dovrà avere sempre più servizi di ogni genere e dovrà essere inclusivo per accogliere tutti. La modernità ripaga i tifosi, il club e l’intera comunità.
Uno stadio moderno genera valore economico nel territorio, crea nuovi posti di lavoro, dà stabilità ai ricavi di un club e offre agli appassionati un luogo iconico in cui riconoscersi e in cui vivere la propria passione domenica dopo domenica.
Un nuovo stadio, come tutte le infrastrutture, può arricchire il paesaggio urbano, lo può integrare e spesso lo migliora. Determina un nuovo approccio che riconfigura il loro ruolo nella città e nella sua vita quotidiana, fa rete con il tessuto urbano e connette spazi e luoghi che tra loro magari non dialogano.
Negli ultimi trent’anni le strutture calcistiche sono cambiate del tutto. La UEFA ad esempio invita a non consumare altro territorio e a sfruttare quello esistente, invita a non partire mai dal progetto e dal progettista ma dalle necessità del club utilizzatore e gestore e dei cittadini che lo devono vivere. Non devono nascere stadi con costi gestionali in perdita perché una attività in perdita impoverisce un club e allontana investitori.
Ci sono tanti esempi in Italia di “cattedrali nel deserto” così come ci sono bellissimi stadi in giro per l’Europa, anche di piccole dimensioni. Lo stadio deve essere un ricavo per la comunità, non un costo. Ultimo concetto la sostenibilità. Prima di tutto quella economica-gestionale sopra menzionata che apre le porte non solo allo stadio ma a strutture multifunzionali turistiche ricettive, residenziali, commerciali. Non bisogna scandalizzarsi, lo hanno fatto tutti in Europa.
Poi quella finanziaria per la costruzione, poi la sostenibilità sociale perché uno stadio nuovo deve essere accessibile per tutti e poi quella ambientale perché uno stadio moderno può e deve essere autosufficiente dal punto di vista energetico. Non ci si può e non si deve improvvisare, questo è il rischio più grosso che si può correre.
Penso che Matera abbia una grande opportunità da non sprecare che può dare un bellissimo futuro alla città più bella del mondo e al calcio materano.