CUORI BIANCAZZURRIPRIMO PIANO

Vito Nicoletti, 3000 chilometri di passione biancoazzurra

Inauguriamo oggi una nuova rubrica che darà “voce ai tifosi”, come si legge nel logo del nostro sito e che è il motivo fondamentale per cui il sito stesso è nato. Ogni settimana intervisteremo quelli che noi amiamo definire “cuori biancoazzurri”, persone che amano innanzitutto Matera e quindi da sempre seguono le sorti della squadra di calcio che ne porta il nome in giro per l’Italia. Quelli che “andavano appresso al Matera”  anche nei periodi più bui. Perchè hanno il Bue nel cuore. Anzi, hanno il cuore biancoazzuro.

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Vito Nicoletti, 50 anni, di professione esercente nel campo di bar e ristorazione. Materano verace ma da qualche tempo in Portogallo per motivi di lavoro. Da sempre grande tifoso del Matera, di cui dal 1993 al 1997 è stato collaboratore.

Vito Nicoletti (a destra) nel settore ospiti dello stadio di Lecce al seguito del Matera

Ciao Vito, come e quando è nata la tua passione per i colori biancoazzurri?

Ho iniziato a seguire il Matera nel 1976. Nella mia famiglia erano tutti tifosi, anche zii e cugini. Erano gli anni in cui la squadra stava mettendo le basi per il grande salto in serie B e ricordo che in casa, insieme a giornali e riviste sportive nazionali, ce n’erano anche di locali che parlavano della squadra della mia città. Innamorarsi dei colori biancoazzurri è stato inevitabile.

Il tuo primo ricordo personale legato al Matera.

Il mio primo ricordo risale a una domenica di maggio del 1979: quel giorno mio fratello non voleva portarmi allo stadio e allora decisi di andarci da solo. Si giocava Matera-Salernitana e vincemmo 3-0. Quella fu la mia prima volta allo stadio per il Matera.

Tu per qualche anno sei stato collaboratore della società: come hai vissuto quell’esperienza? Ci racconti qualche aneddoto curioso?

Quell’esperienza mi è servita tantissimo nel bene e nel male. Ho conosciuto tantissime persone in gamba e altre meno, ma soprattutto mi ha fatto crescere nonostante gli alti e bassi legati alla costante crisi societaria di quel periodo. Gli aneddoti sono numerosi ma ricordo con piacere quando conquistammo il primo punto in trasferta del campionato di C1 ’93/’94 a Ischia: la società isolana al nostro arrivo ci omaggiò con cartoni di vino locale che lasciammo a terra nello spogliatoio: a fine partita partita gli scarichi della docce si erano otturati e l’acqua delle docce invase il pavimento bagnando i cartoni di vino; nel tentativo di salvarli molte bottiglie finirono a terra frantumandosi…ricordo ancora quello strano liquido misto di vino, acqua e bagnoschiuma dappertutto. Ricordo anche quando a Casal di Principe due anni dopo un dirigente dell’Albanova mi accusò di aver preso soldi dal Giulianova per giocare alla morte contro di loro: mi aveva scambiato per un calciatore!

Quali sono il giocatore, l’allenatore e il presidente che più ti sono rimasti nel cuore?

Di tutti i giocatori ho un piacevole ricordo, ma ad alcuni sono rimasto più legato: Marco Spilli (una sola stagione a Matera, in serie C1 nel ’93/’94, ma autore della rete decisiva nel vittorioso derby casalingo col Potenza, ndr), Giorgio Olivari (dal ’95 al ’97, ndr) e Luigi De Rosa (stagione ‘93/’94, ndr), ma  ho anche un ricordo negativo di Simone Mucciarelli (prima parte della stagione ‘93/’94, ndr), persona sgarbata; e poi Franco Di Benedetto e il cavalier Francesco Porcari come allenatore e presidente

Quali sono state la più grande gioia e la più grande delusione vissute da tifoso del Matera?

La più grande gioia è stata la promozione in C2 del 1991 con quella  memorabile trasferta a Gangi il 19 maggio del 1991 quando in mille raggiungemmo la cittadina siciliana per la gara di ritorno dello spareggio promozione (finì 0-0, che bastò al Matera dopo il 2-0 dell’andata al XXI Settembre una settimana prima, ndr); la più grande delusione invece la trasferta di Noicattaro, all’ultima giornata del campionato 1988/89 (con l’1-1 finale il Matera cedette la promozione all’Altamura che invece quella stessa domenica vinse la sua partita, ndr); e anche l’ultimo fallimento sotto la breve ma sciagurata gestione Lamberti.

Cosa rispondevi a chi, come tutti noi fratelli biancoazzurri, negli anni bui ci sentivamo dire: “Ancora appresso al Matera vai?”

Gli rispondevo semplicemente con assoluta indifferenza, ma magari gli stessi poi mi chiedevano il risultato all’uscita dello stadio a fine partita. Invece provo tuttora rabbia nei confronti di diversi imprenditori materani che in quegli anni avrebbero potuto intervenire concretamente per risollevare le sorti della squadra di calcio e invece non l’hanno fatto e addirittura deridevano me ed altri che continuavamo a crederci.

Cosa si dovrebbe fare secondo te per riaccendere la passione per il Matera tra i giovani e i giovanissimi?

Ci vorrebbe una società seria con una programmazione importante che duri nel tempo: ci vuole pazienza e soprattutto risultati. E’ mancato il ricambio generazionale per via dei troppi alti e bassi degli ultimi trent’anni, che hanno determinato disaffezione generale e il mancato avvicinamento al Matera da parte dei più giovani.

Che idea ti sei fatto del presente e delle prospettive future del calcio materano?

Credo che si stia lavorando bene, il presidente Petraglia è una persona per bene. Io sono ottimista: il prossimo anno il Matera tornerà in serie D!

Ora vivi a Setubal in Portogallo, 3000 chilometri da Matera: come vivi da lì la passione per i colori biancoazzurri?

Posso andare in capo al mondo ma il mio cuore è sempre biancoazzurro: mi informo su tutto ciò che riguarda il Matera calcio, la domenica seguo la partita sul web e mi tengo costantemente aggiornato.

Grazie Vito e sempre FORZA BUE!