Altamura, a 18 km dalla Capitale della Cultura
La settimana era trascorsa tranquilla. C’era un’atmosfera rilassata alla vigilia di una partita che solo dall’altra parte della Murgia è considerata un derby. La tifoseria biancoazzurra si era organizzata per seguire la propria squadra come in tutte le trasferte e sostenerla in maniera massiccia e corretta, più numerosa del solito (circa 600 unità) vista la distanza ravvicinata e l’orario favorevole che ha permesso di vivere comunque in serenità la santa domenica delle Palme. La carovana di macchine si è mossa dalla Città dei Sassi intorno alle 15.30 e dopo appena un quarto d’ora è giunta ad Altamura, dove stranamente, lungo il percorso che portava dalla svincolo sulla statale 99 allo stadio, era praticamente assente ogni presidio di ordine pubblico, così come nei pressi del settore ospiti del “D’Angelo”.

Noi entriamo in anticipo per effettuare il solito collegamento prepartita da bordocampo: eravamo col presidente Antonio Petraglia in procinto di intervistarlo, quando all’improvviso veniamo richiamati da uno steward e subito dopo aggrediti verbalmente da tre personaggi dall’aspetto e dai modi non propriamente oxfordiani, non identificabili ma chiaramente riconducibili alla società dell’Altamura: “Ve ne dovete andare!”. Ne nasce un’accesa discussione tra noi che pretendiamo di svolgere il nostro lavoro e loro che vogliono impedirci di farlo e che via via diventano di più, circa una decina, e si fanno sempre più aggressivi fino a metterci le mani addosso. Senza farci intimorire gli teniamo testa e per tutta risposta, dalle mani si passa ai piedi: autore di questo nobile gesto il presidente dell’ASD Team Altamura Filippo Direnzo, che sin dall’inizio era apparso il più agitato. E non si capiva perchè. Del resto all’andata la dirigenza altamurana era stata trattata con assoluta cordialità da quella materana che le aveva persino riservato dei doni. Ma si sa, signori si nasce, è questione di genetica. Così come avevano potuto assistere alla partita in assoluta tranquillità i circa 500 tifosi altamurani, giunti a Matera alla disperata ricerca di visibilità con cori e striscioni banalissimi con cui si illudevano di provocare la tifoseria biancoazzurra, che invece gli aveva riservato quello che meritavano: assoluta indifferenza.
Evidentemente hanno covato in tutti questi mesi la frustrazione che ne era conseguita e alla prima occasione vi hanno dato sfogo. Mentre noi purtroppo uscivamo dal campo senza poter effettuare l’intervista prepartita, fuori dallo stadio succedeva di tutto. Nella totale assenza di Forze dell’Ordine e quindi assolutamente indisturbati, un centinaio di ragazzotti altamurani, che si erano nascosti in un uliveto lì nei pressi, assaltavano alle spalle con lancio di pietre, mazze e bombe carta le macchine parcheggiate dei materani. I quali, ripresisi dal momentaneo smarrimento, reagivano in maniera decisa e li costringevano alla fuga repentina in un corpo a corpo in cui i teppistelli murgiani avevano decisamente la peggio. Nel frattempo però una quindicina di mezzi erano stati danneggiati, alcuni in maniera pesante, e quattro materani feriti, per fortuna in maniera non grave, dal lancio di pietre, mazze e bombe carta.
Insomma davvero una pessima figura su tutta linea per il paese murgiano, completata dall’assoluta incapacità nella gestione dell’ordine pubblico dell’Amministrazione civica nella persona del sindaco (in questo caso il commissario prefettizio, nominato nel dicembre scorso a seguito delle dimissioni del primo cittadino Rosa Melodia, ndr) che, a maggior ragione in un centro non capoluogo di provincia e quindi privo della prefettura, è incaricato dalla legge di garantire l’ “incolumità pubblica” e la “sicurezza urbana“. Non crediamo nella malafede ma più di qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.
A noi non resta che sottolineare quanta distanza sociale, culturale e antropologica possa starci in 18 km. Quelli che separano Altamura dala Capitale Europea della Cultura.