PRIMO PIANOCUORI BIANCAZZURRINEWS

Daniele Persia, il biancoazzurro è il colore di famiglia

Di Luigi Mazzoccoli

Ha 47 anni, lavora da libero professionista come operatore socio sanitario ed ha un passato da campione di hockey su pista. Daniele Persia infatti ha trascorso 24 anni della sua vita sui pattini: dagli inizi con la Rotellistica Matera, con cui ha disputato anche alcuni campionati di A1, per poi girare l’Italia in lungo in largo nelle migliori piazze hockeistiche di allora: da Monza a Vercelli, da Follonica a Bassano del Grappa, da Prato a Reggio Emilia fino a Salerno per poi chiudere la carriera a Molfetta con una splendida promozione in serie A1. Diverse presenze nella nazionale maggiore e la chicca della vittoria da capitano del campionato europeo juniores. Aveva solo 16 anni, la stessa età di suo figlio Roberto che dall’anno scorso è nei ranghi dell’FC Matera e da quest’anno in pianta stabile nella rosa della prima squadra, con cui finora ha collezionato tre presenze, una in Coppa Italia e due in campionato.

Daniele Persia col figlio Roberto nella recente trasferta di Barletta

Ciao Daniele, da un ex campione di hockey a un (ci auguriamo) futuro campione di calcio. Il figlio prova a seguire l’esempio del padre, ma in un altro sport. Come mai?
Roberto mi ha sempre seguito quando giocavo, veniva agli allenamenti e alle partite, spesso lo facevo entrare negli spogliatoi. Era molto preso. Poi un giorno gli misi i pattini ai piedi, aveva 7 anni: cadde una volta, poi una seconda e alla terza se li tolse, me li ridiede e disse: “Papà gioca tu a hockey, io preferisco il calcio”. Già ci giocava e da allora decise che quello sarebbe stato il suo sport.

Tu sei stato fuori Matera sin da ragazzo per giocare nelle migliori squadre di hockey del Nord Italia. Come riuscivi a seguire il Matera?
In effetti non potevo seguirlo, allora non c’erano nemmeno gli strumenti che ci sono oggi per seguire a distanza. Da quando però sono tornato stabilmente a Matera sono diventato un assiduo frequentatore del XXI Settembre-Franco Salerno: negli ultimi 10 anni non ho perso una partita.

Quali sono stati in questi anni la gioia più bella e la delusione più grossa
Sono concentrate nella stessa stagione, la prima dopo il ritorno in serie C nel 2014. Un bellissimo campionato con la squadra di Auteri che giocava un gran calcio e vinceva, anche su campi importanti come Catanzaro, Reggio Calabria e Salerno. Ma poi perse la semifinale play-off col Como e fu una grande amarezza. Ero infatti convinto che ce l’avremmo fatta.

Un giocatore che ricordi particolarmente?
Toni Letizia, abitava vicino casa mia e tutte le volte che scendeva si fermava a guardare Roberto che giocava a pallone. Gli si avvicinava e parlava con lui e una volta gli regalò anche un pallone con tutte le firme dei calciatori del Matera.

Anche a te ogni tanto dicono “angor appriss a u’ Mater vai”?
Certo che me lo dicono! Alcuni pazienti quando vado a casa loro per la terapia. Ma io ho la risposta pronta: i colori della propria città si seguono sempre e comunque, nel bene e nel male.

Cosa ne pensi del Matera attuale e cosa vedi nel futuro del calcio biancoazzurro?
Il campionato finora è stato positivo, siamo in zona play-off com’era nei programmi. Speriamo di mantenere o migliorare la classifica fino a fine stagione. Però…c’è l’amaro in bocca, devo ammetterlo. Abbiamo perso in maniera incredibile troppi punti per strada, ora saremmo in lotta per vincere il campionato. Questa squadra avrebbe potuto e dovuto fare di più. Quanto al futuro, ritengo che il presidente Petraglia non possa più andare avanti da solo, ha fatto tantissimo e ha ridato dignità al calcio materano. Ma la città è giustamente ambiziosa e ora c’è bisogno che due-tre imprenditori locali lo affianchino per programmare un futuro vincente. Ce ne sono e ci auguriamo che decidano di farsi avanti. Anche perchè bisogna iniziare sin da ora a pensare alla prossima stagione e per questo bisogna dotarsi anche di un’organizzazione all’altezza.

Grazie Daniele e sempre FORZA BUE!