CARTOLINA DI UNA TRASFERTANEWSPRIMO PIANO

Prossima fermata: Palma Campania

Di Luigi Mazzoccoli

La squadra

L’Unione Sportiva Dilettantistica Palmese 1914 nasce appunto nel 1914. Per diversi decenni milita nei campionati regionali campani e solo nel 1970 conquista la sua prima promozione in serie D, seguita solo 8 anni dopo da quella in serie C. La permanenza nel calcio professionistico dura però solo 3 anni e  da allora per circa un ventennio la squadra alternerà stagioni in serie D ed altre in Eccellenza campana, fino al ritorno in serie C nella trionfale stagione 2000-2001 in cui si laureò anche Campione d’Italia dei Dilettanti. Altri tre anni tra i professionisti e poi ancora un lungo periodo nei campionati regionali campani fino all’ultima promozione nella stagione 2021-2022. L’anno scorso è giusta 6° nel girone G. La squadra di Sossio Grimaldi – subentrato alla 18° giornata a Mario Pietropinto che a sua volta aveva sostituito alla 7° Salvatore Sarnataro – al momento occupa il 9° posto in classifica a pari punti col Manfredonia con 34 punti, frutto di 9 vittorie, 7 pareggi e 11 sconfitte, con 33 gol segnati e 39 subiti. Proprio domenica scorsa ha interrotto con la sconfitta a Pagani per 3-0 una notevole serie positiva che l’aveva vista imbattuta dall’inizio del girone di ritorno con 6 vittorie e 3 pareggi in 9 giornate. Miglior marcatore della squadra è Marco Puntoriere con 8 gol. Gioca le sue partite casalinghe allo stadio comunale, che ha una capienza di 4000 posti. Nelle 13 partite sinora disputate ha ottenuto 6 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte, l’ultima il 16 dicembre col Nardò; 26 le resti segnate, 19 quelle subite. Due gli ex di turno: il centrocampista rumeno Marian Galdean, a Matera nella sciagurata stagione 2018-2019, e il difensore Luigi Manzo, in biancoazzurro nella seconda parte della stagione 2009-2010. All’andata finì 1-1 con gol di Cipolletta per il Matera.

I precedenti

Come si evince dal sito Materacalciostory, c’è un unico precedente in terra campana tra le due squadre e risale al 1990: vinse la Palmese per 1-0.

La storia

Palma Campania è una cittadina di circa 16.000 abitanti in provincia di Napoli. Un tempo sorgeva in quest’area sorgeva Ad Teglanum, sepolta dall’eruzione vesuviana del 79 d.C. Secondo alcuni studiosi, dopo altre eruzioni, forse nel 512 d.C. molti si rifugiarono in collina e fondarono un villaggio che chiamarono Palma, dal verde collinare delle palme. Il più antico documento storico, in cui viene citato il paese risale all’anno 997 ed è custodito nell’Archivio di Stato. Dal medioevo la storia palmese è strettamente legata alle vicende di illustri famiglie: Di Palma, Orsini, Della Tolfa, Pignatelli, Di Bologna, Caracciolo, Salluzzo, Compagna. L’antichissimo nome “Palma di Nola” nel 1863 con R.D. del 26 luglio è mutato in Palma Campania. Testimonianze di notevole interesse sono i ritrovamenti archeologici di età preistorica (Bronzo antico-1850 a.C.) e di epoca romana: i reperti sono oggi esposti nel Museo archeologico di Napoli e nell’Antiquarium Stabiano. 

I resti dell’antica rocca longobarda

Cosa vedere a Palma Campania

Il Palazzo Aragonese, nel cuore della cittadina,  dichiarato monumento nazionale. Imponente ed elegante, la sua storia si lega alla figura di Alfonso V il Magnanimo che, nato nel 1394, alla morte del padre Ferdinando V, ereditò l’Aragona, la Sardegna e la Sicilia e nel 1442 conquistò il regno di Napoli a scapito degli Angioini, divenendo così uno dei sovrani più potenti d’Europa. L’edificio, destinato ad essere una casina di caccia dove praticare le sue attività più amate, la paggeria e la falconeria, fu innalzato per suo volere. Re Alfonso amava la terra palmese, la sua gente e le sue verdi e boscose piane: qui fu anche celebrato il matrimonio tra sua cugina Eleonora e il conte Raimondo Orsini di Nola. La bellezza dell’edificio si deve però soprattutto alla nobile famiglia napoletana dei Di Bologna (1663). Nicola, divenuto duca di Palma, investì molte centinaia di ducati per la ristrutturazione dell’edificio, abbellendolo con tele e dipinti, opera di numerosi artisti napoletani. Oggi il Palazzo Aragonese è stato restituito, in buona parte, alla fruizione della comunità palmese, grazie all’organizzazione di vari eventi e iniziative in esso ospitate e resta, nonostante i profondi mutamenti subiti nel tempo, l’edificio maggiormente rappresentativo della cittadina.
Percorrendo i suggestivi itinerari di quest’antica terra troviamo, in località Ponte Tirone (o Torone), a raccontarci del passato di Palma Campania, alcuni resti della più grandiosa opera ingegneristica realizzata dai romani nella regione: l’Acquedotto Augusteo che, dalle sorgenti del Serino, faceva arrivare acqua ai principali centri abitati dell’area, attraversando, ora con condotti sotterranei, ora con ponti e canali, l’intera pianura campana, lungo la direttrice che toccava, oltre che Palma Campania, anche Sarno, San Gennaro Vesuviano, Casalnuovo, San Pietro a Patierno, Napoli, Pozzuoli, fino al Capo Miseno e alla famosa Piscina Mirabilis.
Il borgo Castello, nucleo originario della comunità palmese sviluppatosi sulla cima dell’omonima collina che domina l’abitato, prende il nome dalla presenza di un fortilizio di origine osca. Una passeggiata nelle strette vie che un tempo lo circondavano svela poche ma preziose e interessanti tracce del periodo altomedioevale di Palma Campania: la base scarpata della torre dell’antica rocca longobarda, poi normanna, a base quadrata, di circa dieci metri per lato; tracce della cinta muraria, larga due metri; alcune costruzioni ad arco; qualche chiave di volta. Il castello occupava un’area di circa 4000 mq. Oltre che dal castello, il borgo è impreziosito da altri edifici, quali il palazzo baronale che si innalzava a strapiombo sul vallone d’Ajello e perciò riparato su ben tre lati e protetto da barriere naturali. Notevole è il portale in bugnato con al centro una chiave di volta con lo stemma del casato, raffigurante tre torri, che è possibile ritrovare anche sul fonte battesimale in pietra calcarea nella vicina Chiesa di San Giovanni Evangelista, uno degli edifici religiosi più antichi di Palma Campania.