CUORI BIANCAZZURRIPRIMO PIANO

Salvatore Mussolino, il “messicano” che faceva tremare la gradinata

Salvatore Mussolino, 58 anni, impiegato. Membro storico dei Viking Korps, per anni è stato la guida carismatica del tifo biancoazzurro in gradinata, conosciuto da tutti come “il messicano”. Da tempo vive e lavora a Milano.

Ciao Salvatore, come e quando è nata la tua passione per i colori biancoazzurri?

Nel 1978, anno in cui il Matera era in serie C e conquistò la storica promozione in serie B. Allora iniziavo ad andare da solo allo stadio e vedevo in gradinata la famosa signora Lina (nota voce radiofonica della città e grande tifosa del Matera, ndr) che incitava con passione la squadra animando la piccola gradinata di allora: ne rimasi molto colpito e da allora il Matera mi è entrato nel cuore.

Il tuo primo ricordo personale legato al Matera?

C’è una data precisa: il 9 giugno del 1979. Quel giorno il Matera giocava a Lucca la partita decisiva per la promozione in serie B e io scappai di casa per andare a prendere uno dei tanti pullman di tifosi che partivano per la città toscana: una giornata memorabile!

Salvatore Mussolino, sulla recinzione della gradinata, che abbraccia Piero Caputo dopo un gol

Tu sei stato tra i fondatori dei Viking Korps, che notoriamente non avevano un capo. Ma tu eri comunque riconosciuto come guida carismatica della tifoseria biancoazzurra. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?

In realtà il fondatore storico dei Viking Korps fu Michele Motta insieme a Gianni Villone ed Enzo Marranzini; poi c’era un gruppo di ragazzi un po’ più piccoli di cui facevamo parte io, Roberto Capece, Franco Cavalluzzi, Peppe Moretti, Renzo e Rocco Adorisio, Pino Bianco, Michele Selvaggio, Domenico Amodio, Massimo Chietera e il compianto grande tamburino Nicola Abbatino. In effetti non c’era un capo ma i miei amici del consiglio direttivo del gruppo mi nominarono guida della gradinata. Ricordo l’euforia nel far cantare e saltare migliaia di persone su quei gradoni: un’emozione incredibile che non si può spiegare, a volte mi capitava di piangere di gioia. E poi l’adrenalina della domenica mattina nel mettere gli striscioni allo stadio quando giocavamo in casa e l’organizzazione delle trasferte con le collette e il volantinaggio, di cui si occupavano soprattutto Renzo Adorisio e  Pino “Pinguino” Bianco.

Quali sono il giocatore, l’allenatore e il presidente che più ti sono rimasti nel cuore?

Il presidente senza dubbio il senatore Franco Salerno, io sono ancora grande amico di suo figlio Nicola, ora dirigente sportivo, e l’allenatore Franco Di Benedetto, i due artefici principali della promozione in serie B; i giocatori Ciccio Doriano e Renato Angelè.

Quali sono state la più grande gioia e la più grande delusione vissute da tifoso del Matera?

La più grande delusione la trasferta di Noicattaro, all’ultima giornata del campionato 1988/89, quando con l’1-1 finale il Matera dovette cedere per un punto la promozione in serie C all’Altamura. La più grande gioia è stata vedere la gradinata piena che canta e che salta.

Cosa rispondevi a chi, come tutti noi fratelli biancoazzurri, negli anni bui ci sentivamo dire: “Ancora appresso al Matera vai”?

Non mi interessava niente di quello che dicevano: la fede o ce l’hai o non ce l’hai.

Cosa si dovrebbe fare secondo te per riaccendere la passione per il Matera tra i giovani e i giovanissimi?

In effetti negli anni sono stati commessi degli errori da parte dei vari gruppi organizzati che si sono susseguiti, noi compresi. Però essere tifosi veri vuol dire anche e soprattutto aggregare. Ci vuole quindi tanta passione e anche tempo da dedicarci. La città però si difende sempre e comunque.

Cosa pensi del presente e delle prospettive future del calcio materano?

Da ciò che mi dicono i miei amici a Matera, sembra che il presidente Petraglia stia facendo le cose per bene ma resta il problema stadio: sto seguendo la questione e mi auguro che si trovi la soluzione migliore per far tornare il XXI Settembre protagonista del calcio e in generale della vita cittadina.

Da tempo ti sei trasferito a Milano, come vivi da lì la passione per i colori biancoazzurri?

Mi aggiorno sempre. E fino a qualche anno fa partivo ogni tanto per andare a seguire la squadra sia a Matera che in trasferta: sono stato a  Catania, Salerno, Pavia e altre.

Grazie Salvatore e sempre FORZA BUE!