PRIMO PIANOCUORI BIANCAZZURRI

Rino Lamacchia: “Da 50 anni sempre col Matera”

Di Luigi Mazzoccoli

Ha 57 anni, quasi tutti spesi al seguito del Matera. Rino Lamacchia, contabile di una grossa azienda di impianti idraulici, sposato e con un figlio che sta prendendo il master alla Bocconi di Milano, è stato per anni membro del gruppo ultras dei Viking Korps 1978.

Rino Lamacchia

Ciao Rino, come e quando è nata la tua passione per i colori biancoazzurri?

Avevo 8 anni e iniziai ad andare allo stadio con mio padre. Qualche anno dopo ho vissuto la trionfale stagione della promozione in serie B. Ero presente a Lucca nella partita decisiva: un’emozione incredibile che mi ha segnato per sempre. Da allora il mio cuore è biancoazzurro e lo resterà per tutta la vita.

Quali sono il giocatore, l’allenatore e il presidente che più ti sono rimasti nel cuore?

Sono quelli legati a quella fantastica stagione ’78-’79. Il presidente, il grande senatore Franco Salerno, l’allenatore Franco Di Benedetto e il giocatore Mario Morello, secondo me il più forte che abbiamo mai avuto a Matera. Ho un bellissimo ricordo anche di Saveriano Infantino, siamo diventati amici e ci sentiamo spesso. Tra gli allenatori mi è rimasto molto impresso anche Gaetano Auteri.

Tu hai fatto parte dello storico gruppo ultras dei Viking Korps 1978. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza? C’è un epsiosdio o aneddoto particolare che ti piace ricordare?

Mi resta un gruppo di amici che ancora oggi frequento, allo stadio e anche fuori. Eravamo e siamo legati indissolubilmente da questo valore e dalla grande passione per il Matera. Ricordo la prima trasferta a Potenza per il derby col gruppo. Era il 1984 e due anni prima, sempre a Potenza, era nata la rivalità per via di incidenti nati per caso: quel giorno infatti le due tifoserie erano mischiate pacificamente nello stesso settore. Avevamo organizzato un pullman che era pieno ben oltre la normale capienza: eravamo 70. Il Matera pareggiò a pochi minuti dalla fine, la partita finì 1-1 e si scatenò il finimondo: i potentini sfondarono i cancelli che dividevano il loro settore dal nostro, erano molti di più ma noi ci difendemmo alla grande.

Quali sono state la più grande gioia e la più grande delusione vissute da tifoso del Matera?

La gioia più grande è stata ovviamente la storica promozione in serie B. La più grande delusione l’ultimo fallimento della società 4 anni fa. Non me lo sarei mai aspettato e ci sono rimasto davvero male.

Cosa si dovrebbe fare secondo te per riaccendere la passione per il Matera tra i giovani e i giovanissimi?

In realtà nelle ultime settimane si sta ricreando un bel movimento intorno alla squadra. Finalmente si sta verificando il tanto atteso cambio generazionale che finora era mancato. I ragazzi sono in gamba e si tanno facendo rispettare sia in casa che in trasferta: i video e le foto della nostra curva domenica a Barletta hanno riscosso un consenso unanime nel mondo ultras in Italia e anche all’estero. E ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Io continuo a seguire la squadra con un gruppo di amici tifosi storici, portiamo in giro la nostra pezza “Cani Sciolti” e diamo volentieri il nostro contributo alla curva.

Cosa pensi del presente e delle prospettive future del calcio materano?

Il presidente Petraglia finora ha fatto le cose per bene. E tutti ci auguriamo che continui. Ma da solo è difficile. Sarebbe opportuno che si crei una società più forte e solida, in modo da garantire al Matera un futuro certo e roseo: la serie D a questa città sta molto stretta.

Grazie Rino e sempre FORZA BUE!