Prossima fermata: Moliterno
di Giuseppe Abbatino
La squadra
La Polisportiva Moliterno 1921 è tra le squadre più antiche della regione, vanta 101 anni di storia. In un secolo di attività conta ben 20 presenze nella massima serie regionale ed ha raggiunto l’apice della sua storia calcistica nella stagione 1990-91 quando per la prima volta disputò il campionato di serie D (anno in cui il Matera del duo Salerno – Marinaro vinse il campionato), e i rossoblu riuscirono a mantenere la categoria vincendo lo spareggio con la Sportiva Cariatese. Nella stagione 1991/92, inserita nel raggruppamento siculo-calabrese, chiuse il campionato al 16° posto, che sancì il ritorno nei campionati regionali.
Oggi la squadra della Presidente Annamaria Latorraca naviga nella parte bassa della classifica con 19 punti a pari merito con il Ve.La, a +7 sull’ultima piazza occupata dal Latronico e a -8 punti dal Paternicum, l’ultimo posto utile per la salvezza diretta senza passare dagli spareggi play-out. Il rendimento casalingo non è dei migliori, 3 vittorie due delle quali ottenute alla prima e alla terza giornata del campionato, 3 pareggi e 6 sconfitte. Il bomber della squadra con 6 reti è il classe ’99 Alessandro Ruocco, sono solo 17 le reti messe a segno e 42 le reti subite. Nella gara di andata il Matera Grumentum si impose con un netto 7 a 0 (per i precedenti vi rimandiamo all’articolo in uscita venerdì 25 marzo, a cura di Matera Calcio Story).
La storia
Moliterno (3868 abitanti) è situato nella Val D’Agri, e rientra nell’area del Parco Nazionale dell’Appenino Lucano Val D’Agri – Lagronegrese.
Una data precisa della sua fondazione non è dato a sapere, pare che il territorio fosse già abitato in epoca pre-romana. Il centro abitato nacque probabilmente in seguito alla distruzione di Grumentum, fiorente centro commerciale di epoca repubblicana, avvenuta ad opera dei Saraceni tra l’872 e il 975 d.c.. I grumentini sfuggiti al massacro fondarono un nuovo centro abitato attorno alla torre longobarda. Dominio Normanno, Svevo e in seguito Angioino passò poi sotto il controllo degli Aragonesi fino all’inizio del 1500. Sotto tale dominazione Moliterno fu ceduto ad Antonio Sanseverino e intraprese un periodo molto fiorente nel commercio della lana, degli ovini, dei cereali, l’allevamento e nel settore dell’agricoltura.
Fu comunque sotto il il dominio della famiglia Pignatelli verso la fine del 1600 che le sue sorti iniziarono a cambiare per il meglio, andandosi a configurare sempre più come un vero e proprio ente comunale, favorendo anche lo sviluppo delle scienze, dell’arte e della cultura.
La cittadina è nota soprattutto per la produzione del formaggio pecorino (canestrato moliternese) famoso già dal 1700, ottenuto con antichissime tecniche di stagionatura.
Cose da vedere
Il Castello: le sue origini sono alquanto dibattute, Alcuni studiosi sostengono sia stato costruito nel XII secolo mentre altri lo situano in epoca longobarda (VIII – IX sec), come testimonia la torre di avvistamento del primo nucleo, alta 25 metri. Il resto della struttura venne invece completata dai normanni e dalle dominazioni che si susseguirono nel corso dei secoli.
Il centro storico: è estremamente suggestivo con le sue stradine di pietra, le antiche abitazioni e i palazzi nobiliari, molti dei quali ancora perfettamente conservati e dalle sue innumerevoli chiese. Chiesa della S.S. Trinità (XVII sec.), la Chiesa di Santa Croce, risalente al 1613, che conserva al suo interno una tela del Pietrafesa (tra i massimi esponenti della pittura lucana del ‘600) raffigurante la deposizione del Cristo dalla Croce. La cinquecentesca Chiesa del Rosario, le chiese settecentesche di San Biagio e di San Rocco. La Chiesa di San Pietro (XIII sec), la Chiesa di Santa Maria del Vetere risalente al XIV secolo, ricca di affreschi cinquecenteschi/seicenteschi di scuola napoletana.
Inoltre da qualche anno è presente nel paese una realtà unica per un paese di 4000 abitanti, Il Sistema Museale Aiello, composto da 6 musei, ognuno rappresentato da un tema specifico, museo del paesaggio, museo dei pittori lucani del ‘800, museo di arte contemporanea, museo del novecento lucano, dove sono ospitati dipinti di Guerricchio e una sala dedicata a Carlo Levi e Josè Ortega, museo della ceramica e la Biblioteca Lucana che ospita libri della Basilicata che vanno dal seicento al novecento.
Un piccolo centro che offre tanta storia e cultura.
Buona visita.