Prossima Fermata: Gallipoli
di Luigi Mazzoccoli
La squadra
L’A.S.D. Città di Gallipoli è stata fondata nel 1946. Fino ai primi anni ’70 disputa solo campionati regionali fino alla promozione in serie D nel 1972, seguita da un’immediata retrocessione e una nuova salita in D nel 1974. Quattro anni dopo arriva la prima promozione in serie C. Ma l’avventura nel professionismo dura solo un anno: nonostante la salvezza conquistata sul campo, la squadra infatti non verrà iscritta al successivo campionato per inadempienze finanziarie. Seguirà un lungo periodo anonimato fino all’epopea degli anni 2000 quando, sotto la guida dell’imprenditore petrolifero Vincenzo Barba, i salentini sono protagonisti di una fantastica cavalcata che in soli 6 anni, dal 2003 al 2009, li porta dall’Eccellenza addirittura alla serie B . Anche qui però ci sarà l’immediata retrocessione, seguita dal fallimento della società. Nascono successivamente altre compagini ma solo lo scorso anno la squadra giallorossa torna in serie D dopo 13 anni vincendo i play-off nazionali di Eccellenza. Quest’anno sulla panchina del Gallipoli è stato confermato il tecnico Vincenzo Carrozza, alla sua terza stagione da allenatore in Salento dopo avervi chiuso nel 2021 la sua carriera da calciatore. Nelle prime quattro giornate di campionato la squadra ha conseguito una vittoria, due pareggi e una sconfitta esattamente come il Matera, con 3 gol fatti e 5 subiti. Miglior marcatore al momento l’attaccante spagnolo Gerard Artigas che ha segnato 2 reti. Il campo di gioco è l’ “Antonio Bianco” che ha una capienza di circa 5.000 posti, ma al momento è inagibile per via dei lavori di rifacimento del manto erboso. Il Gallipoli sta quindi disputando le sue partite casalinghe nella vicina Ugento.
I precedenti
Come riporta il sito materacalciostory, le due squadre finora si sono affrontate solo nella stagione 1975-76, che si concluse con la vittoria finale del Matera e la conquista della serie C. I biancoazzurri vinsero in casa per 1-0 e persero a Gallipoli con lo stesso punteggio.
La storia della città
Il nome della città deriva dal greco Kalè polis, attribuitole dai colonizzatori ellenici provenienti dall’Acaia, e il cui significato è “città bella”. Nel III sec a.C. fu conquistata dai Romani, che la collegarono alla Via Traiana e ne svilupparono le attività militari trasformandola in un centro militare, in seguito in municipio. Dopo la caduta dell’Impero Romano subì le invasioni di Goti e Vandali prima di essere occupata dai Bizantini. In questi secoli viene ricostruito il castello e Gallipoli divenne uno dei centri navali e militari più importanti dello Ionio, fino alla conquista araba del 915 e la riconquista bizantina dopo 30 anni. Nell’XI secolo Gallipoli e tutto il Salento vengono occupati dai Normanni e ha inizio così un un periodo di relativa tranquillità, interrotto però due secoli dopo dal feroce assedio del re Carlo I D’ Angiò. La città trova comunque la forza di espandersi, grazie al continuo aumento delle attività portuali, che arrivarono alla massima espansione sotto la dominazione spagnola. In questo periodo, vi fu infatti un forte incremento di attività artigiane e i traffici mercantili diventavano sempre più importanti, come il commercio dell’ olio per le lampade, insomma la città diventò sempre più ricca e importante. Poi Gallipoli entrò a far parte del Regno di Napoli, e Ferdinando I di Borbone iniziò una serie di migliorie per la città, la più importante è quelle della costruzione del porto. Durante il successivo periodo borbonico divenne capoluogo di distretto e in seguito, con l’Unità d’ Italia, capoluogo di circondario, assieme alle città di Lecce e Taranto. Gallipoli oggi è in una delle città turistiche più importanti del Salento.
Cosa vedere a Gallipoli
La basilica concattedrale di Sant’Agata è una costruzione barocca del XVII secolo a croce latina, edificata sul luogo di una chiesetta romanica dedicata a San Giovanni Crisostomo. Posta al centro e nel punto più alto dell’isola, sito probabilmente destinato ad area sacra sin dall’antichità, rappresenta uno delle massime espressioni del barocco salentino. Presenta un prospetto in tufo calcareo diviso in due ordini riccamente decorati. È caratterizzato da nicchie contenenti le statue in pietra di Sant’Agata, San Fausto, San Sebastiano, Santa Marina, Santa Teresa d’Avila e i busti dei Santi Agostino e Giovanni Crisostomo. L’interno, a tre navate, ospita pregevoli altari barocchi e numerose tele che fanno della concattedrale una vera e propria pinacoteca. Nel presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea, si innalza un maestoso altare maggiore in marmi policromi opera dell’artista bergamasco Cosimo Fanzago. Intorno ad esso sono la cattedra vescovile in legno e il grande coro in legno di noce con quarantun stalli. Nel 1949 papa Pio XII, su richiesta del vescovo Mons. Nicola Margiotta, l’ha elevata al rango di basilica pontificia minore.
Il Castello aragonese, circondato quasi completamente dal mare, sorse in una prima ed embrionale forma in epoca romana. Probabilmente distrutto e ricostruito più volte nel periodo delle invasioni barbariche, è stato ristrutturato almeno 2 volte in epoca bizantina, nel VI e nel X secolo. Ha subito rifacimenti sia in periodo normanno che svevo. Riportò danni gravissimi durante l’assedio del 1268 e fu nuovamente ristrutturato in tarda epoca angioina. Subì radicali modifiche nel periodo aragonese quando fu costruito un recinto a pianta poligonale fortificato da torri cilindriche e assumendo l’aspetto odierno. Gli interventi più significativi furono eseguiti dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini per conto di Alfonso II di Napoli. Poteva contenere fino a 500 armati. Nel 1522 venne costruita la cortina di levante denominata Rivellino, staccata dal perimetro della fortezza e isolata nelle acque. Nella parte superiore della torre si trovavano ancora le originarie catapulte e i cannoni usati per difendere la città. L’accesso al Rivellino è consentito mediante un ponte levatoio in legno ancora esistente. Il castello possiede grandi sale con volte a botte e a crociera, vari cunicoli e camminamenti. La forma della fortezza rimase invariata sino alla seconda metà dell’Ottocento; fra il 1870 e il 1879 fu riempito il fossato e la facciata fu coperta con la costruzione del mercato ittico.
Le mura di Gallipoli ad oggi ancora in gran parte visibili, furono edificate a partire dal XIV secolo e ammodernate nel Cinquecento in epoca spagnola. È probabile che esse siano state costruite sul perimetro di preesistenti mura di epoca bizantina. In origine esistevano 12 torrioni o bastioni: Torre di San Francesco di Paola, il Fortino di San Giorgio, il Fortino di San Benedetto, il Torrione di San Guglielmo, il Forte di San Francesco d’Assisi, la Torre del Ceraro, il Baluardo di San Domenico o del Rosario, il Bastione di Santa Venerandia o di Santa Venere, la Muraglia di Scirocco, la Torre di San Luca, la Torre di Sant’Agata o delle Saponere e la Torre di San Giuseppe o della Bombarda. Alcune di queste costruzioni sono state demolite in epoca moderna e al loro posto costruiti piazze o palazzi.