Peppe Figliomeni: “Qui per riportare il Matera in C”
Di Luigi Mazzoccoli
Ha un’importante carriera alle spalle. Cresciuto nel settore giovanile del Crotone, squadra in cui ha anche esordito in serie B a 18 anni, Peppe Figliomeni – difensore classe 1987 di Reggio Calabria – ha poi girato in lungo e in largo l’Italia da Varese a Castellammare di Stabia, da Foggia a Latina, da Arezzo a Gozzano, accumulando qualche centinaio di presenze tra serie B e C con due promozioni nella serie cadetta conquistate ad Arezzo e Foggia. Ha anche assaggiato la serie A nell’Inter e da un paio d’anni è “sceso” in serie D, sempre in grandi piazze: prima a Casarano, l’anno scorso ad Acireale e da quest’estate a Matera, con i gradi di capitano.
Ciao Peppe, intanto come stai?
Sto pian piano recuperando la perfetta forma fisica dopo l’operazione al ginocchio. Continuo ad allenarmi da solo in palestra ma credo che tra un paio di settimane potrò rientrare in gruppo. Il mio ritorno in campo è vicino, non vedo l’ora.
Com’è nata la tua passione per il calcio?
Me l’ha trasmessa mio padre, che è stato calciatore professionista: ha giocato tra le altre con Siracusa, Ternana e Reggina. Lui ha iniziato nel settore giovanile del Lecce, a quei tempi c’era anche mister Ciullo: non lo sapevo, me l’ha detto lui quando è arrivato. Ho sempre seguito mio padre con tutta la famiglia e la passione per il calcio mi è nata spontanea, lui non mi ha mai forzato. A 15 anni sono entrato nel settore giovanile del Crotone, poi l’esordio in serie B con mister Gasperini e il passaggio in prestito all’Inter nel gennaio 2007: allora c’erano Mancini come allenatore e Mihaijlovic come vice, in squadra c’era Materazzi che è sempre stato un esempio per me. Ho provato la panchina e in una partita stavo per entrare, ma poi s’infortunò Recoba ed entrò Figo al suo posto e non se ne fece più niente. A fine stagione rientrai a Crotone perchè le due società non trovarono l’accordo economico. Nel 2013 mi voleva il Milan ma poi ebbi un brutto infortunio. A Matera dovevo arrivare nel 2017, mi voleva Auteri che io conoscevo e stimavo tanto. Ma la società tentennò e così andai a Foggia. Ma era destino che prima o poi sarei arrivato nella Città dei Sassi.
Tu qui c’eri stato da calciatore. Ma conoscevi la città?
No, solo lo stadio. Ma sapevo che è bellissima e ideale per viverci. Io mi ci trovo perfettamente con mia moglie Deborah, che è argentina, e i nostri due figli Maxwell di 5 anni e Mathias di 2. Quando non mi alleno trascorro il tempo con loro, a Maxwell piace tanto giocare a pallone ed è tifoso della Salernitana perchè lui è nato a Salerno.
La tua presenza è stata fondamentale per la costruzione di questa squadra
Si, l’anno scorso ad Acireale c’erano con me anche Piccioni e Russo. Io li ho consigliati caldamente alla società. A Piccioni poi sono stato particolarmente vicino perchè l’anno scorso proprio quando era nel periodo di massima forma ed ebbe un grave infortunio. Sono molto felice che si sia ripreso e che stia facendo grandi cose qui a Matera.
Anche tutti gli altri ragazzi hanno una grande stima di te. Sei davvero il loro capitano
Si e questo mi fa molto piacere. A me in generale nella vita piace aiutare gli altri e son contento quando posso dare una mano a qualcuno. Così faccio in squadra, sto vicino soprattutto ai più giovani mettendo al loro servizio la mia esperienza.
E il gruppo è davvero compatto, si vede in campo ma anche fuori. Quanto merito va dato a mister Ciullo per questo?
Lui ci ha dato tranquillità, quella che ci mancava. E poi ci ha messo tutta la sua esperienza, lui conosce bene l’ambiente e questa categoria. Con i risultati è venuta la fiducia e abbiamo acquisito maggior consapevolezza della nostra forza.
In effetti la squadra sul campo ha dimostrato di non essere inferiore a nessuno, anzi. Anche domenica scorsa nella sfortunata partita persa in casa con la Cavese.
La nostra rosa non è inferiore alle altre ed è costata molto meno di quella di altre squadre. Ammetto che fino a domenica abbiamo cullato il sogno di vincere il campionato, speravamo di poter raggiungere il primo posto. Ora continueremo a lottare per ottenere il massimo in questo campionato. Ma io sono venuto qui con idee ambiziose, l’obiettivo è riportare il Matera in serie C. Per quest’anno è andata, in fondo doveva essere ed è stata una stagione di transizione. Bisognerà riprovarci l’anno prossimo. Basterà confermare questo gruppo in blocco e rinforzarlo ulteriormente con pochi elementi di qualità. E io credo che sia proprio questa l’intenzione del presidente Petraglia.
Grazie Peppe e sempre FORZA BUE!