Nicola Salerno, il Matera da sempre come una famiglia
Nicola Salerno, 52 anni, di professione assicuratore. Materano verace, nipote del grande Franco Salerno (è figlio del fratello) che ha fatto la storia del calcio materano portando la squadra in serie B nel 1979.
Ciao Nicola, a te non chiediamo come e quando è nata la passione per i colori biancoazzurri perché hai praticamente avuto il Matera in casa sin dalla nascita. Che ricordi hai?
I miei primi ricordi sono molteplici e resi più dolci dal fatto che coincidono con gli anni d’oro del calcio materano. Nel ripensare a quei tempi ho sempre in mente mio padre che mi portava negli spogliatoi sia prima delle partite, dove si viveva la tensione e il clima del prepartita, sia alla fine, quando c’era gioia, allegria, delusione o nervosismo a seconda del risultato. Sento ancora il sapore del the caldo preparato dal magazziniere e offerto anche a me, oppure all’uscita dallo stadio la cioccolata calda del bar Olivieri (oggi bar Valentino, ndr), dove tanti tifosi rimanevano in attesa dei risultati sia delle partite nella schedina del Totocalcio che di quelle del campionato del Matera, che allora arrivavano dopo un bel po’ di tempo dalla fine, scritti con il pennarello su due fogli distinti attaccati all’albero davanti al bar per renderli visibili a tutti. Sembra ieri.
La tua prima volta al XXI Settembre? Che emozioni provasti?
Non riesco a collocare esattamente la mia prima volta, ma il primo ricordo più chiaro risale all’ultima partita del campionato 1975/76, decisiva per la promozione in serie C. Il Matera vinse 2-0 contro il Grottaglie e attendemmo alle radioline il risultato del Lanciano fermato sul pari a Nardò che ci regalò la vittoria del campionato. Allo stadio c’era aria di grande festa, la banda e il mitico tifoso Serafino che in quegli anni girava per gli stadi di tutta Italia come mascotte. Fu quello il primo passo verso la scalata alla serie B.
Tu sei nipote del grande Franco Salerno. Tutti lo conosciamo come presidente del Matera negli anni d’oro, ma com’era nel privato?
“Zio Ciccio” era una persona di grande carisma e umanità, lo ricordo sempre buono, sorridente e affettuoso, nei miei confronti lo era particolarmente perché era stato anche il mio padrino di battesimo. È sempre emozionante risentire spezzoni di interviste dopo tanti anni e riascoltare la sua voce calda e familiare. A quei tempi poi il F.B.C. Matera per me era una vera e propria famiglia, dato che il direttore sportivo era un altro fratello di mio padre, zio Michele, e qualche anno dopo mosse i suoi primi passi da dirigente anche mio cugino Nicola.
Da qualche anno, insieme a Sandro Veglia, avete messo su il sito Materacalciostory, praticamente un’enciclopedia della storia del calcio materano. Com’è nata l’idea e come avete fatto a metter su una mole così imponente di informazioni, date, foto e video, che aggiornate costantemente?
L’idea era in cantiere da tempo perché entrambi, io da amante di dati e statistiche e lui da collezionista di materiale e fotografo, sentivamo l’assoluta mancanza a Matera di qualcosa che raccontasse in maniera organica la nostra storia. Al progetto si sono subito affiancati tanti amici e appassionati che hanno contribuito e contribuiscono ancora ognuno per le proprie competenze: e così la nostra idea è risultata vincente ed è apprezzata non solo dai tifosi materani ma da tanti appassionati di storia calcistica di tutta Italia.
Il presidente non te lo chiediamo per ovvie ragioni, ma il giocatore e l’allenatore che più ti sono rimasti nel cuore?
L’allenatore direi senza dubbio Franco Dibenedetto, il “professore” recentemente venuto a mancare, che scherzava spesso con me bambino sulla formazione da mandare in campo; anche a distanza di tanti anni quando l’ho rivisto ci siamo salutati sempre con grande affetto. Oltre al rapporto personale, resta anche l’allenatore con cui il Matera ha raggiunto il suo apice nella storia. Di calciatori ce ne sono tantissimi: quella squadra del 1979, da noi riunita due anni fa per celebrare i quarant’anni dalla promozione in B, ha ovviamente un posto speciale non solo nel mio cuore ma in quello di tutti gli sportivi materani; ma oltre a loro ci sono decine di nomi di calciatori di ogni epoca che per abnegazione e amore per la città e la maglia meritano un posto speciale nella vetrina dei ricordi, e con Materacalciostory abbiamo cercato di dare spazio proprio ai più meritevoli di tutte le epoche.
Quali sono state la più grande gioia e la più grande delusione vissute da tifoso del Matera?
La gioia più grande Lucca (il 9 giugno 1979, quando il Matera ottenne la promozione battendo la Lucchese 4-0, ndr): fa sempre un certo effetto rivedere le immagini di cinquemila materani giunti in Toscana per festeggiare una grande impresa. Ma non posso non citare gli spareggi con il Gangi, altro anno fantastico che abbiamo recentemente ricordato con Materacalciostory grazie al film documentario “La grande stagione” di Sandro Veglia; e in tempi più recenti le vittorie conseguite in serie C sui campi di Salerno e Lecce, qui addirittura per ben due volte. Le delusioni purtroppo sono tante: dalla sconfitta con la Vis Pesaro (all’ultima giornata del campionato di C2 1986-87 il Matera fu sconfitto in casa dai marchigiani e retrocesse in Interregionale, ndr) che determinò la contestazione e l’abbandono di mio zio ma anche l’allontanamento di tanti della mia famiglia (da allora mio padre giurò di non voler mettere più piede al XXI Settembre), allo spareggio di Foggia con il Savoia, alla semifinale play-off persa con il Como ai rigori nel 2015 con le telecamere di Raisport che scrutavano tra la folla delusa al termine dei rigori e inquadravano le lacrime di mio figlio piccolo, che all’epoca aveva 7 anni.
Cosa rispondevi a chi, come tutti noi fratelli biancoazzurri, negli anni bui ci sentivamo dire: “Ancora appresso al Matera vai”?
Per loro fortuna non me lo ha detto mai nessuno, altrimenti la mia risposta non sarebbe stata tanto gentile.
Cosa si dovrebbe fare secondo te per riaccendere la passione per il Matera tra i giovani e i giovanissimi?
La passione, anche quella dei giovani, è sicuramente alimentata ovunque dai risultati, ma ancor di più da un progetto serio e duraturo. Il vero limite del nostro calcio è stato non tanto la presenza di alti e bassi, che fanno parte del gioco in ogni dove, ma le tante discontinuità e fallimenti che non permettono il formarsi di una storia stabile a cui appassionarsi. Pertanto mi auguro che torni per davvero un sodalizio che, a prescindere dalla categoria, rappresenti l’orgoglio sportivo cittadino e non sia più, come è stato purtroppo troppe volte, strumento o giocattolo estemporaneo di alcuni.
Cosa pensi del presente e delle prospettive future del calcio materano?
Il lavoro svolto dallo staff tecnico e dirigenziale e dai calciatori del Matera Grumentum sin qui è egregio, sono felice che i risultati stiano dando ragione alla squadra del presidente Petraglia, che merita di essere sostenuto perché si è avvicinato alla nostra città con passione e rispetto. Mi auguro che con un maggiore coinvolgimento della città si possa programmare un degno futuro a partire dall’anno prossimo, nella categoria che non cito solo per scaramanzia ma che meritiamo largamente di raggiungere. Senza dimenticare che abbiamo anche una seconda squadra cittadina in Promozione (il Città dei Sassi, ndr), con ormai un piede in Eccellenza, che può fungere da ulteriore stimolo di miglioramento per tutto il movimento calcistico locale e per la valorizzazione dei giovani. Se si saprà lavorare con lungimiranza, unità di intenti e senza gelosie, possiamo davvero ripensare a traguardi più importanti.
Grazie Nicola e sempre FORZA BUE!