La storia non si cancella
Il confronto con la città sul significato di riqualificazione continua.
Di Giuseppe Casamassima
L’evento “Capitale Europea della Cultura” doveva rappresentare per Matera, un trampolino di lancio verso nuove strategie di sviluppo in grado di incidere profondamente sulle dinamiche di crescita della città e dei suoi quartieri periferici. L’impatto dell’evento sul sistema economico locale ha funzionato ma non è stato accompagnato politicamente da opere strutturali allo scopo di definire e dare vita ad una realtà che ha dimostrato di avere ottime potenzialità di auto sviluppo. Appena il tempo di concludere le manifestazioni di “Capitale Europea della Cultura” che la pandemia ha cancellato in breve tutta la dinamicità avviata nei cinque anni della nomina. Spenti i riflettori sulla città, Matera sembra andare avanti da sola per inerzia senza conducenti.
Purtroppo il compito dell’apposita commissione giudicatrice era finalizzato soltanto a valutare i progetti, la valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico delle città candidate, invece, secondo noi, doveva in seguito esser promosso (come previsto oggi nei finanziamenti del PNRR) dalle amministrazioni locali: la Regione Basilicata, in particolare, avrebbe dovuto accelerare lo sviluppo delle attività economiche attraverso opere infrastrutturali stradali e ferroviarie non più rinviabili, in grado di conciliare le esigenze dei visitatori e delle popolazioni locali. A realizzare progetti, volti a promuovere lo sviluppo del patrimonio architettonico di tutta la Regione con nuove strategie di sviluppo urbano ed extraurbano, anche attraverso l’istituzione di corsi universitari nella città dei Sassi miranti a rafforzare la coesione sociale di un’intero territorio.
Tutto questo è stato disatteso e ogni speranza sembra essere stata cancellata con un colpo di spugna dalla pandemia ma anche da un’ inesistente azione amministrativa della politica locale. Siamo alle solite? Si ritorna all’inerzia di una Matera città penalizzata da politiche regionali poco lungimiranti, possessive e sospettose di dare vantaggi alla città patrimonio Unesco? Speriamo proprio di uscire dal torpore e che qualcuno cominci davvero a rimboccarsi le maniche.
I finanziamenti del PNRR sono l’occasione per voltare pagina e spazzare via soprattutto le vecchie logiche che ha visto amministrare la città negli ultimi trent’anni. Matera deve diventare il cuore pulsante di un territorio vasto, unendo senso civico e passioni civili che l’ha vista protagonista in occasione del riconoscimento internazionale come patrimonio mondiale dell’Umanità. I finanziamenti europei sono un’occasione da non perdere. Si deve cercare di essere un esempio di città del Sud che applica alla lettera la propria transizione ecologica in tutti i settori. Cominciando dallo sport, ai trasporti urbani meno inquinanti, parcheggi e verde curato, tutti argomenti che ci stanno molto a cuore. Dobbiamo partire dalle tanto citate 3R (riuso-recupero-rigenero): Riusiamo!
La nostra Amministrazione Comunale, ha ricevuto dall’Europa una potenzialità economica ragguardevole da non sciupare, deve farsi trovare pronta a valorizzare con competenze ed eccellenze, azioni di Recupero utilizzando l’esistente, integrandolo e aggiornandolo secondo le norme per ottenere una rigenerazione funzionale ad uno dei quartieri più popolari della città dei Sassi.
La riqualificazione del quartiere Piccianello deve includere lo stadio XXI Settembre. La volontà di fare dello sport uno strumento di coesione sociale, aggregazione e di cultura, dalle varie giunte che si sono alternate al governo della città è stata fino ad oggi irrilevante. Infatti, la carenza di impianti e strutture sportive è nota a tutti. Quelle esistenti, sono nel totale abbandono e scarsamente manutenuti.
E’ stato annunciato dall’attuale sindaco Domenico Bennardi che il PNRR ha stanziato quasi tredici milioni da destinare alla riqualificazione di questo quartiere attraverso un parco urbano. Premesso che nessuno è contrario al verde, magari valorizzassimo quello che abbiamo e nel momento in cui, può attualizzarsi, suggeriamo di seguire esempi di successo di altre Capitali Europee della Cultura, dove l’innovazione è passata anche attraverso il riposizionamento competitivo di interi sistemi urbani includendo gli stadi nel cuore cittadino. Turismo, cultura e sport fanno parte di articolati programmi di investimento e rinnovamento di realtà urbane abbandonate.
Lo stadio XXI Settembre, potrebbe rientrare benissimo nei programmi per il rilancio del calcio cittadino che comprenda uno sviluppo dell’economia locale, finanziato sia dal settore pubblico, sia da quello privato. Si potrebbe creare una società mista finalizzata allo sviluppo nell’area, dell’industria turistica, alla crescita dell’immagine della città e al miglioramento ambientale del centro urbano.
Piccianello può fare da traino alle altre periferie materane con un’insieme di attività comprendendo un museo dell’attuale Fabbrica del Carro, centri espositivi che producono cultura, servizi e beni fondati sulla cultura stessa nell’area dell’ex Pastificio Barilla (ex Padula), ricordando che Matera era una delle Capitali del Sud produttrice di grano duro e una delle maggiori civiltà contadine. Da queste fondamentali trasformazioni trarrebbero beneficio molti settori dell’economia, uno sviluppo della conoscenza sui quali sempre più si basano le competitività delle economie moderne. Infatti, non è tanto l’esaltazione auto-celebrativa del proprio patrimonio culturale la garanzia del successo, quanto piuttosto la re-invenzione in una prospettiva che si lega strettamente al tessuto produttivo locale. Sono questi gli “entusiasmi” che devono vedere partecipare i cittadini e che ci devono legare svegliandoci tutti in nome del Bene Comune e del futuro delle nuove generazioni materane. La politica deve imparare ad ascoltare.