Gianni Madio, il grafico che ha il Matera stampato sul cuore
Di Luigi Mazzoccoli
Ha 56 anni, è sposato, ha due figlie e di professione è grafico pubblicitario. Gianni Madio da quasi 50 anni segue il Matera: ha iniziato come tutti da bambino, poi, adolescente, entrò nel gruppo dei Viking Korps in cui ha militato per tutti gli anni ’80 e ’90. Ancora oggi tutte le domeniche segue da vicino le sorti della squadra biancoazzurra.
Ciao Gianni, come e quando è nata la tua passione per i colori biancoazzurri?
Un po’ come per tutti me l’ha trasmessa mio padre, che tutte le domeniche con i suoi amici andava allo stadio, in tribuna laterale, e mi portava con lui. Poi da ragazzo, intorno ai 14 anni, iniziai ad andarci da solo e cambiai settore: iniziai a frequentare la gradinata.
Ricordi ancora l’emozione provata la prima volta che sei entrato al XXI Settembre-Franco Salerno?
Si, quell’emozione è indimenticabile: si avvertiva già dall’esterno il calore del tifo e quell’atmosfera familiare. Capii subito che quella sarebbe stata casa mia per tanti anni.
E infatti qualche anno dopo hai aderito al gruppo ultras dei Viking Korps ‘78 di cui hai fatto parte per tutti gli anni ’80 e ’90. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
Ricordo quando Michele Motta, Gianni Villone e altri fondarono il gruppo. Qualche anno dopo a loro si aggregò un gruppo di ragazzi un po’ più piccoli tra cui io, Tommaso Taccardi, Giuseppe Bianco, Peppe Moretti ed altri. Che belle le nottate trascorse insieme alla vigilia delle partite più importanti, soprattutto i derby col Potenza: si stava in giro per controllare che tutto fosse a posto, si preparava il materiale e la mattina si andava già allo stadio per organizzare la coreografia.
Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci?
Tante trasferte, quella di Paola molto “movimentata”. E poi un derby a Potenza: stavamo perdendo ma a pochi minuti dalla fine pareggiò Ghedin (difensore che ha militato per due stagioni nel Matera dal 1983 al 1985, ndr); un’inserviente dello stadio allora aprì il cancello che separava il nostro settore da quello dei tifosi di casa e successe di tutto…
Quali sono state la più grande gioia e la più grande delusione vissute da tifoso del Matera?
La più grande gioia è stata, a parte la serie B nel 1979, la promozione in C2 del 1991 con quella memorabile trasferta a Gangi il 19 maggio del 1991, quando in mille raggiungemmo la cittadina siciliana per la gara di ritorno dello spareggio promozione (finì 0-0, che bastò dopo il 2-0 dell’andata al XXI Settembre una settimana prima, ndr). Una trasferta lunga e faticosa, ma una grande gioia che porterò per sempre nel mio cuore. La più grande delusione invece, l’eliminazione nella semifinale dei play-off per la promozione in serie B da parte del Como (il 31 maggio del 2015 il Matera perse ai rigori per 5-3 nella gara di ritorno che nei tempi regolamentari si era conlcusa 1-1, esattamente come l’andata in Lombardia una settimana prima, ndr). Ancora oggi c’è qualcosa che non mi quadra in quella partita, forse non c’era volontà di vincere
Quali sono il giocatore, l’allenatore e il presidente che più ti sono rimasti nel cuore?
Il giocatore senza dubbio Ciccio Doriano (attaccante per quattro stagioni a Matera dal 1984 al 1988, ndr), con cui diventammo proprio amici e spesso uscivamo insieme la sera. Ancora oggi siamo in contatto. L’allenatore Franco Gagliardi, che portò a Matera un calcio moderno mai visto prima: quella squadra faceva un gioco spettacolare. E ovviamente Marcello Pasquino, protagonista della già citata promozione in C2 del 1991. Il presidente ovviamente il grande Ciccio Salerno ma anche Michele Motta: abbiamo lottato insieme da ultras e poi, quando ha assunto la presidenza della società, continuava a pensare al Matera 7 giorni su 7.
Cosa rispondevi a chi, come tutti noi fratelli biancoazzurri, negli anni bui ci sentivamo dire: “Ancora appresso al Matera vai?”
Che la passione non si esaurisce mai. Io ho seguito il Matera anche in Seconda Categoria. La domenica è sacra, non c’è pasta al forno che tenga. Me la mangio riscaldata la sera, che è anche più buona.
Cosa ne pensi del Matera attuale e cosa vedi nel futuro del calcio biancoazzurro?
Con la rosa a disposizione, che è di alto livello, si potrebbe fare di più. Ma ora è importante già buttare le basi per la prossima stagione: occorre programmazione e un organigramma societario all’altezza delle ambizioni e del blasone internazionale della città.
Grazie Gianni e sempre FORZA BUE!