LA VOCE DELLO SPOGLIATOIONEWSPRIMO PIANO

Gianmarco Piccioni: “I miei gol per far vincere Matera”

Di Luigi Mazzoccoli

Si è formato nelle giovanili della squadra della sua città, San Benedetto del Tronto. E lì ha esordito tra i professionisti nel campionato di C1 2008-2009. Da allora in poi Gianmarco Piccioni, attaccante classe 1991, ha maturato un’importante esperienza tra la terze serie italiana (ha giocato tra le altre a l’Aquila, Teramo e Rimini) e all’estero tra il 2013 e 2017 nella serie B bulgara prima e nei massimi campionati maltese e rumeno poi. Solo da due anni è in serie D: dopo le esperienze a Recanati ed Acireale, è approdato l’estate scorsa a Matera.

Ciao Gianmarco, come è nata la tua passione per il calcio?

Il pallone era un affare di famiglia. Mio padre Enrico e mio zio Bruno sono stati calciatori professionisti: il primo con diverse stagioni in A e in B con Perugia, Catanzaro e Cremonese, per poi iniziare la carriera da allenatore; e il secondo con tanti campionati in serie B con Messina, Perugia e poi Genoa, con cui vinse un campionato per poi esordire in serie A. Insomma, il calcio in casa Piccioni è sempre stato l’argomento principale.

L’anno scorso ad Acireale è stata per te una stagione bella ma sfortunata: ti sei infortunato proprio nel momento di massima forma.

Si, ma purtroppo succede. Non mi sono buttato giù e sono stato ripagato: a settembre mi ha chiamato Peppe Figliomeni, che per me è come un fratello: l’anno scorso eravamo insieme ad Acireale e con noi c’era anche Francesco Russo. È lui che mi ha parlato del Matera e non ho avuto dubbi. Anzi, ringrazio la società che ha creduto in me quando ancora non mi ero ripreso completamente dall’infortunio.

Conoscevi qualcun altro dei tuoi attuali compagni?

Avevo giocato con Ferrara ad Arzignano e poi contro Bottalico quando lui era a Messina.

A Matera invece non avevi mai giocato. C’eri invece stato da visitatore?

No mai. Ma non posso dire che è stata una scoperta. Matera è ormai nota in tutto il mondo, una città bellissima e molto tranquilla, ci si vive bene. Io qui sono da solo, mia figlia Alice di 5 anni e mezzo vive con la mamma e la vado a trovare tutte le settimane. Così quando non sono impegnato con gli allenamenti mi piace andare a passeggiare in centro, qualche volta nei ristoranti, insomma vivere in pieno la città.

Tu in pratica sei entrato a pieno in squadra con l’arrivo di mister Ciullo. Da allora la squadra ha avuto una svolta radicale: da media retrocessione a media promozione. Cos’è successo?

È cambiato tutto: la preparazione della partita, l’approccio mentale, la carica agonistica. Il mister pretende e riesce ad ottenere il massimo da ognuno di noi.

E qual è il massimo che questo Matera può ottenere?

Sicuramente non la salvezza. Ormai non guardiamo più la parte bassa della classifica, ma quella alta. Siamo consapevoli della nostra forza, lo siamo stati sin dall’inizio. Ma ora il campo ci sta dando ragione: abbiamo tenuto testa a tutte le squadre incontrate finora, anche quelle che tutti ritengono le più forti. Noi però non ci poniamo obiettivi, anzi uno solo: quello di vincere la partita della domenica. Alla fine faremo i conti e vedremo dove saremo arrivati.

Sappiamo che tu sei un appassionato del mondo Ultras e che in qualunque piazza vai guardi i video della tifoseria locale. Ti sarai fatto un’idea allora del potenziale del tifo biancoazzurro.

Certo. E quello è stato un altro fattore che mi ha convinto a venire a Matera. Il nostro obiettivo è quello di rivedere lo stadio pieno e ribollente di tifo. Ce la stiamo mettendo tutta e ci dà una grande carica il sostegno appassionato dei ragazzi della curva in casa e in trasferta. La città ora deve rispondere in massa.

Due curiosità. Com’è nata l’esultanza col saluto militare? E perché il numero 33 sulla maglia?

Quell’esultanza è nata quando giocavo a Recanati. Un amico mi mandò una foto prima di una partita e mi scrisse: se segni esulta così. Quel giorno segnai e da allora ripeto sempre quel gesto dopo ogni goal. Il numero 33 ce l’ho per la prima volta quest’anno: una persona per me importante mi ha consigliato di sceglierlo perché mi avrebbe portato fortuna. E in effetti aveva ragione.

Grazie Gianmarco e sempre FORZA BUE!