Cosimo Dell’Acqua, l’architetto dal cuore biancoazzurro
Di Luigi Mazzoccoli
Materano, 57 anni, architetto e imprenditore turistico, proprietario di due alberghi in città. Cosimo Dell’Acqua da oltre 40 anni segue il Matera calcio, da quando, appena adolescente, fu tra i primi ad aderire allo storico gruppo ultras dei Viking Korps. Una grande passione che il tempo non ha affatto scalfito, anzi.
Ciao Cosimo, come e quando è nata la tua passione per i colori biancoazzurri?
Avevo 13 anni e i miei amici d’infanzia Michele Motta e Gianni Villone fondarono insieme ad altri i Viking Korps. Poco dopo decisi di aderire al gruppo e da allora ho sempre seguito il Matera in casa e in trasferta. E lo faccio ancora oggi. E poi ho anche militato nel settore giovanile dell’FC Matera, dagli Allievi fino alla Berretti: ricordo una finale del torneo Allievi a Potenza, la perdemmo ai rigori e io purtroppo sbagliai quello decisivo.
Ci racconti qualche aneddoto dei tuoi anni da ultras?
Ce ne sono tanti. Ricordo a Francavilla a Mare, stavamo vincendo e l’arbitro assegnò un rigore agli avversari: finsi un malore sugli spalti per creare confusione ma alla fine, nonostante il rigore realizzato, vincemmo comunque. A Matino poi una volta ci furono scontri a fine partita e io per difendere alcuni ragazzi più giovani dalla Polizia, tentai di spacciarmi per avvocato ma fui cacciato in malo modo. Memorabile poi una trasferta a Potenza con un bus organizzato da me, Motta e Villone: ci furono un po’ di problemi e riuscimmo a raggiungere il Viviani con grandi difficoltà.
Quali sono state la più grande gioia e la più grande delusione vissute da tifoso del Matera?
A parte la fantastica promozione in serie B, ricordo con grande piacere la vittoria in casa col Manfredonia che sancì l’ultima promozione in serie C (il 4 maggio 2014, ndr): alla fine festeggiammo in tribuna stappando due bottiglie di prosecco. La delusione più grande fu la retrocessione dalla serie B: era nell’aria, ma fu davvero triste. Soprattutto perchè capimmo che era l’inizio della fine della grande epopea di Franco Salerno.
Quali sono il giocatore, l’allenatore e il presidente che più ti sono rimasti nel cuore?
Tra i giocatori Mario Morello e il compianto Vito Chimenti: ad ogni partita tutti aspettavamo la sua mitica bicicletta; negli anni più recenti Giovanni Di Lorenzo. Tra gli allenatori sicuramente Franco Gagliardi, quello che ci ha fatto vedere il calcio più bello a Matera; e poi Marcello Pasquino e Gaetano Auteri. Il presidente che più ho amato è invece il già citato Franco Salerno. Ma una menzione speciale va al mio amico Michele Motta. Loro due sono stati forse gli unici presidenti che hanno gestito la squadra solo ed esclusivamente per passione. Michele davvero viveva il Matera 7 giorni su 7: ricordo che, quando si usciva il venerdì sera, si passava tutto il tempo a discutere sulla formazione che sarebbe scesa in campo la domenica. Si occupava di tutto e voleva sempre che ogni cosa fosse fatta nella maniera migliore.
Da un paio d’anni è rinato il tifo organizzato a Matera con i ragazzi della Curva Sud.
Sono straordinari, fanno davvero la differenza. E’ raro vedere una curva che canta compatta e instancabile per tutta la partita in casa e in trasferta come fanno loro. Si fanno rispettare dovunque e sono sempre molto corretti. Segno di grande maturità.
Veniamo alla stagione attuale. Dove può arrivare questo Matera?
Dopo le iniziali difficoltà la squadra sembra aver acquisito una sua identità e va in campo con personalità e consapevolezza della sua forza. Finalmente sembrano esserci tutte le condizioni per poter sognare in grande: nuovi soci, un grande sponsor ed entusiasmo. Grande merito al presidente Petraglia. Ora la società deve fare il salto di qualità e strutturarsi meglio. Così i sogni potrebbero diventare realtà.
Grazie Cosimo e sempre FORZA BUE!